Ridare il suo look di origine al 4x4
La scelta del colore della cappotta è primordiale e risponde a due domande al minimo : che utilizzo avremo ? Vogliamo lo stesso look di prima ? E’ a quest’ultima domanda che risponderemo.
Se si continua a volere che il proprio veicolo abbia esattemente la stessa cappotta di quando è stato venduto nuovo, per ridargli un look « full stock », la risposta è ovviamente nel modello in sé stesso .
Ad esempio, il Suzuki Vitara, che si tratti della seconda o della prima generazione, era sistematicamente venduto con una cappotta bianca, per qualsiasi colore di carrozzeria, stessa cosa per il Grand Vitara : cappotta bianca sistematicamente. Occorre dire che in quest’ultimo caso, per la versione con 3 porte cabriolet, la scelta dei colori di carrozzeria erano limitati a sei.
Invece per il Samurai, prime generazioni, con il distintivo Suzuki o Santana, erano vendute con una cappotta nera, in seguito, specialmente nel medesimo tempo dell’adozione delle versioni TD, con le carrozzerie bicolori le cui traverse erano verniciate in colore oro o argento, la cappotta Suzuki Samurai venduta sul veicolo era bianca.
Per gli altri modelli, la cappotta bianca iniziale del Suzuki Jimny ha lasciato, poco a poco, il posto a delle serie speciali con cappotta nera, e beige per sporadiche eccezioni, specialmente su di un’edizione limitata di colore sabbia. Per gli altri marchi, la scelta è stata rapida. Per la Kia Sportage cabriolet, le Land Rover, le Jeep Wrangler e le poche Toyota Rav-4 decappottabili,la cappotta era nera. La cappotta Mitsubishi Pajero cabriolet o quella della Mercedes Classe G era anch’essa nera, poco spazio per la fantasia dunque.
Nel caso delle versioni cabriolet delle Classe G o delle Toyota Rav-4, la cappotta è in materiale tessile, come per la cappotta di una berlina di lusso, cio’ che chiamiamo, talvolta impropriamente del resto, dell’alpaca e è disponibile solo in nero. Fatta eccezione del Pajero cappottato che è possibile avere oggi in diverse tinte.
Cappotta bianca o nera, è anche l’uso e in definitiva il proprio gusto, che guida la nostra scelta. Vi incoraggiamo a leggere la seconda parte del nostro articolo su questo argomento.
Prima di tutto, una questione di gusto !
Come l’abbiamo già visto nella prima parte di questo articolo, la scelta puo’ essere fatta basandosi sul desiderio di avere esattamente lo stesso colore di cappotta di quella originale. Ma la cappotta sostitutiva deve essere scelta anche in funzione dell’utilizzo che se ne ha . Il nero è evidentemente meno sporchevole. Anche se da un colore all’altro, il materiale è molto spesso lo stesso, in realtà, il colore bianco non è piu’ sporchevole, semplicemente lo sporco si vede un po’ di piu’ che su quella nera. Per l’uso nelle zone piovose o fangose, la cappotta nera puo’ essere una scelta ragionevole. Per le zone in riva al mare o in citta’, se il veicolo è lavato regolarmente o se è parcheggiato in garage, una cappotta bianca, non creera’ particolari preoccupazioni.
E’ inoltre una scelta secondo il modello e l’uso : una cappotta Suzuki Vitara per un utilizzo in città, sarà perfetta in bianco. Al contrario, su un Samurai, ad uso fuoristrada o per andare a caccia, è preferibile sicuramente dirigersi verso una cappotta nera.
Ci sono inoltre dei modelli di 4x4 che non lasciano scelta. Nel caso del Jeep Wrangler, la cappotta è automaticamente nera. Sobria, poco sporchevole, che sta bene con ogni colore di carrozzeria, il marchio americano non si incombe di civetterie.
In realtà, è spesso una questione di gusto. Prendiamo l’esempio della cappotta Suzuki Jimny cabriolet. Sistematicamente, questa è bianca. Ma a secondo dei colori delle carrozzerie, una cappotta nera puo’ essere qualche volta piu’ bella. Per la carrozzeria bianca, nera o grigio metallizzato, scegliere il colore nero è di grande effetto. Per le vernici metallizzate bordeaux o blu scuro, il bianco sara’ piu’ indicato. Per il colore verde inglese, i due colori di cappotta bianca o nera saranno perfettamente adeguati.
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